Il Museo Civico Archeologico di Chianciano Terme,
nato nel 1997, è ospitato in un bell’edificio tardo
ottocentesco ubicato all’inizio di Via Dante,
immediatamente prima del centro storico, nell’ex
granaio della fattoria Simoneschi. La denominazione
data al museo è stata voluta per sottolineare lo
stretto legame che, sin dalla preistoria, ha legato
il nostro territorio alle acque termali; non a caso
infatti gli edifici di culto rinvenuti nella zona
sono tutti ubicati in prossimità di sorgenti termali
tuttora sfruttate a scopi
balneo-estetico-terapeutici. Il ricchissimo museo
è considerato tra i più interessanti e pregevoli
musei etruschi sia per l’importanza degli oggetti
esposti che per il suggestivo e moderno
allestimento, nonché per l’attenzione e la
disponibilità degli operatori. Tutti i pannelli sono
tradotti in inglese, tedesco e francese; i video
hanno i
sottotitoli in inglese, francese e tedesco. Il Museo
offre, anche, approfondimenti didattici e laboratori
per le scuole. Vengono illustrati, infatti, tutti
gli aspetti della vita e della morte degli antichi
abitanti, attraverso suggestive ricostruzioni,
descrizioni, immagini e brevi video. Particolarmente
significativa la sezione sulla “Donna Etrusca” e
quella sul “Banchetto Etrusco”. Molto suggestivo il
piano interrato, un tempo adibito a cantina, con
galleria scavata nelle sabbie marine vecchie di 3
milioni di anni; in questa area si trova la più
importante e numerosa collezione di canopi etruschi
(vasi cinerari a forma umana) al mondo.
Significativa e fondamentale è la partecipazione dei
volontari dell’Associazione Geoarcheologica, che
permette alla struttura una vitalità fuori dal
comune, organizzando, tra l’altro, con continuità,
conferenze a tema, escursioni, spettacoli e
degustazioni, per non parlare delle attività di
scavo e di restauro. Opere di rilievo: Si segnalano in
particolare: la maggior raccolta di canopi con
corredo esistente al mondo; il monumento cinerario
della “Mater Matuta”, un frontone di terracotta
pertinente ad un tempio del II secolo a.C. con
statue di grandezza due terzi del naturale; una
tomba principesca con ricchissimo corredo di bronzi
ed oreficerie; un'altra serie di tombe con buccheri
dipinti, cospicua la collezione di ceramiche
etrusche a figure nere. Notevole è la raccolta di
oreficerie di proprietà comunale. Nello specifico il
museo si articola in sezioni tematiche e
topografiche, afferenti alla storia del territorio
di Chianciano e raccoglie materiali archeologici
rinvenuti nel territorio comunale a seguito di
capillari ricerche e scavi: il mondo dei morti, i
santuari, le abitazioni, le terme.. La prima sezione
del museo è dedicata alle necropoli più importanti,
non solo del territorio di Chianciano Terme, ma di
tutto l'agro chiusino, situate sul versante
settentrionale della valle dell'Astrone, che si
estendono nelle località Pedata, Morelli, Morellino
e Le Piane. Nelle necropoli in località Morelli sono
state rinvenute le tombe più antiche, databili negli
ultimi decenni del VII secolo a.C:, ma nei dintorni
sono stati raccolti anche materiali relativi ad
insediamenti di età romana; ma la scoperta più
clamorosa e quella della tomba principesca di età
orientalizzante, scavata nel 1995, che è stata
ricostruita a grandezza naturale all'interno di
questa sezione del Museo. Essa è costituita da un
atrio munito di celle laterali e da una camera
rettangolare, la tomba aveva un ricchissimo corredo
di arredi in oro, bronzo e numerosissimo vasellame
di bucchero. Cospicui ritrovamenti sono avvenuti in
località La Pedata, tra cui l’eccezionale monumento
cinerario della MATER MATUTA, la Dea della
Maternità, o Bona Dea e pure Tufltha. Essa
rappresenta con tutta probabilità, una defunta con
il suo bambino e, nella sua bellezza, riflette
certamente la grande arte greca. La testa, mobile,
fungeva da coperchio e ugualmente mobili sono i
piedi. Il corpo, che fa un tutt'uno con il tronco,
fu probabilmente ricavato da un unico blocco di
pietra. Molto bella è la testa, con capelli divisi
sulla fronte, trattenuti da una tenia (una fascia) e
ricadenti sulle tempie in bande ondulate; il volto è
ovale con grandi occhi a mandorla, sottolineati da
pesanti palpebre; il naso è diritto e la bocca con
labbra carnose, che ne accentuano l’espressione
serena e pensosa insieme. Nell'interno della statua,
insieme alle ossa combuste, furono rinvenuti: uno
spillone d’oro con decorazione granulare; un anello
d’oro massiccio decorato da una figura di guerriero
in rilievo; due orecchini a spirale filigranati; un
balsamario greco, a testa femminile. Nel 1888 la
MATER MATUTA fu venduta dal proprietario del terreno
dove fu rinvenuta, Sig. Pacchiarotti, al Museo
Archeologico di Firenze, e dove subì dei danni
rilevanti durante l'alluvione del 1966 e dove si
trova tutt’ora, dopo uno stupendo intervento di
restauro; mentre nel nostro Museo Archeologico delle
Acque è esposta una splendida copia. Sempre in località
“La Pedata” è stato rinvenuto lo splendido complesso
funerario, considerato uno dei più pregiati
capolavori dell’arte etrusca del V secolo a.C. Esso
presenta una Lasa, divinità femminile etrusca alata,
che accompagna il defunto nell’Ade; l braccio
disteso del defunto doveva originariamente reggere
una patera (un piatto), con, presumibilmente,
un’offerta alla Dea. Anche questo importante si
trova al Museo Archeologico Nazionale di Firenze,
mentre nel Museo Archeologico delle Acque è esposta
una splendida copia. L’esposizione dei
materiali delle necropoli continua al piano
seminterrato, molto ricca ed affascinante la
collezione dei canopi provenienti dagli scavi nella
necropoli di Tolle, presso il valico della Foce.
Questa è la collezione di canopi etruschi con
corredo più importante e consistente al mondo. Qui l’effetto
scenografiche della galleria scavata nella sabbia
della collina si sposa perfettamente con le
suggestive ricostruzioni delle camere sepolcrali
nelle varie tipologie: a ziro, a camera, a cassone e
con i misteriosi cinerari a forma umana detti
canopi. Al termine di questa galleria spicca
l’imponente figura della Mater Matuta che introduce
l’esposizione sulla figura della donna nella società
etrusca, illustrando l’importante ruolo che essa
svolgeva contrariamente a quanto succedeva nelle
altre civiltà coeve. La sala attigua ospita
diverse collezioni private donate al Museo di
Chianciano Terme negli ultimi anni. Spicca per
importanza la raccolta Terrosi, impreziosita da un
bel gruppo di oreficerie etrusche di età
orientalizzante e arcaica. Entriamo ora nel regno
della sacralità e della religiosità etrusca, nella
seconda sezione; in questo piano infatti si possono
ammirare i resti di un santuario etrusco di IV° sec.
a.C. recuperato in prossimità della sorgente Sillene;
in particolare i resti di una splendida biga in
bronzo con doppio tiro probabilmente guidata da
Diana Selena dea protettrice delle acque. In questa
sala sono illustrati i principi fondamentali della
religiosità etrusca sia con pannelli con video. Si
passa poi alla sala principale e alla terza sezione,
dove viene offerta la ricostruzione a grandezza
naturale di un frontone templare etrusco posto nei
pressi della sorgente dei Fucoli: gli scavi hanno
permesso di recuperare alcune statue e un
monumentale frontone in terracotta che ornava un
edificio sacro nella valle dell'Astrone, non lontano
dalla sorgente dei Fucoli e dedicato ad una divinità
salutare. Si ammira una splendida figura femminile
alata, raffigurata nell’atto di spiccare il volo,
forse la dea Thesan, ed una enigmatica testa virile
barbata. Nello stesso piano è presente anche la
ricostruzione di alcuni ambienti di una fattoria
etrusca, rinvenuta presso Poggio Bacherina, della
quale si segnalano gli strumenti per la produzione
del vino e le tecniche di costruzione delle fattorie
del II° sec. a.C.
L’ultimo piano del museo ospita la suggestiva
sezione sul simposio etrusco; come nel caso della
sezione sulla donna anche qui il visitatore è
virtualmente invitato a visitare l’abitazione di un
principe etrusco “Aranth”; è quindi possibile vedere
la ricostruzione dal vero della sala del banchetto
con i triclini dove gli etruschi consumavano il
pasto, insieme alle loro mogli con grande scandalo
per i costumi dell’epoca ; nella sala sono inoltre
esposti i vari oggetti rituali e di uso comune
connessi con il consumo dei cibi, in particolare
della carne, e del vino bevanda allora associata al
contatto con il divino. L’ultima sezione è
dedicata ai monumenti di età romana presenti nel
territorio di Chianciano Terme; due imponenti
monumenti di questo periodo, infatti, sono legati
alle acque: una monumentale cisterna a piccoli vani
voltati della villa delle Camerelle, collegata a
un acquedotto, e il complesso termale in corso di
scavo nella centralissima località di “Mezzomiglio”.
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